Per l’idea progettuale, date le richieste della committenza pubblica, dopo un’attenta analisi delle caratteristiche socio-culturali che tipizzano la vallata di Sappada, si è ritenuto di grande valenza simbolica la decorazione del “Schbaaf”: metonimia identificativa dei Sappadini, ma rappresentativa anche della comunità montana allargata. Il parametro generatore dell’edificio si ispira alla struttura e alla forma delle piume del Gallo Forcello (l’utilizzo di queste per la decorazione dello schbaaf è tipico dell’area dolomitica). La struttura segue l’andamento orografico e l’illuminazione naturale; si interra nelle parti tecniche e arretra ad ogni piano, allo scopo di ridurre l’impatto visivo della cubatura e di permettere ad ogni piano-funzione un accesso autonomo e un’area di pertinenza all’aperto. La carpenteria metallica agisce come un corpo rigido e secondo la “gerarchia delle resistenze” rispondendo alla vigente normativa sismica in zona. Accortezze progettuali (camini di ventilazione a recupero naturale di energia tramite convezione e osmosi integrati a impianti nanoelico, tunnel solari, pannelli fotovoltaici di ultima generazione, vetrature selettive, materiali a cambiamento di fase, recupero acque pluviali e grigie…) e la tecnica a secco hanno permesso di realizzare un edificio ecosostenibile. I principi dell’architettura flessibile sono stati applicati all’edificio per garantirgli nel tempo di adattarsi alle future esigenze mantenendo la propria connotazione (edificio polifunzionale a servizio della comunità) evitando l’obsolescenza funzionale nel tempo.