CHI HA FATTO IL CAMMINO DELLA CONOSCENZA E’ DIVENTATO UN UOMO GIUSTO
la nostra crescita evolutiva, sia come individui sia come collettività, è basata sulle esperienze che facciamo; ciò che viviamo ci segna, ci tocca, ci lascia tracce che, se non dimenticate, sedimentando in noi e formano la nostra conoscenza. Il memoriale vuole quindi essere un momento d’esperienza sia come “zakhòr” sia per chi, per cultura, religione, epoca od eta’, non ha avuto esperienza personale della shoah, sia per chi può metaforicamente, averne un’esperienza. I sentimenti di alienazione, di perdita di ogni sicurezza, di perdita di ogni riferimento certo, di sofferenza, vissuti dai deportati sono esperienze soggettive, ma se espressi simbolicamente possono diventare un percorso condivisibile e comune a tutto il genere umano. attraverso questo percorso l’uomo acquisisce in se stesso, tramite contatto diretto, ciò che è stato vissuto da altri. Da questa esperienza nascono domande, ragionamenti che gli permettono di accrescere la propira conoscenza e diventare più saggio e giusto. Il memoriale vuole simboleggiare l’esperienza del cammino d’ascesi verso la giustizia (dio) che l’uomo compie, obbligato attraverso le costrizioni, gli ostacoli.
Il monumento è una scala senza regole e norme, costellata da “inciampi”, che conduce il passante, dal suo mondo “di default” (i gradini dell’attuale piazza), attraverso un percorso che sovverte l’ordine strutturale e naturale del costruire e che crea una sensazione costrittiva di incertezza, di disagio, fino ad arrivare ad un terrazza panoramica dove avere una prospettiva diversa e riconoscere la bellezza del creato sia divino sia umano. Il passante, salendo la scala (a forma triangolo scaleno), si troverà in un percorso accidentato ne’ facile ne’ chiaro: i gradini di altezze, forma, inclinazione diversa ruotano tra loro di un angolo di 6 gradi e sono raggruppati in 10 gruppi di 7 gradini. Dall’interno della scala spuntano elementi giganti, come delle spine, che rendono più costrittivo opprimente il percorso di salita e suddividono lo spazio in 3 possibili percorsi verticali e 22 collegamenti trasversali. Solo l’ultimo gruppo di gradini, regolare e senza spine, della scala permetterà l’accesso alla terrazza panoramica (a forma di triangolo equilatero) da cui si può contemplare la Bellezza nel creato umano . A differenza della salita dalla terrazza panoramica si avrà una consapevolezza diversa della scala (mondo) che permetterà di riconoscervi al suo interno il corretto percorso (di discesa, formato da gradini ergonomici). Le forme e i numeri che danno composizione alla scala sono forme e numerologie fortemente simbolici della cultura ebraica, ma la loro valenza è riscontrabile, pressoché inalterata, anche in moltissime altre culture.
La scala avrà struttura in carpenteria metallica; l’interno della scala sarà rivestito in corten sia per il suo richiamo al colore del sangue rappreso e ruggine, sia per le sue specifiche di facile manutentività. Le pareti esterne della scala riprenderanno i colori, dimensioni e materiali del sito per “integrarsi” con esso e per meglio nascondere cosa succede al suo interno, in modo tale che solo quando si e’ dentro la scala si ha la vera conoscenza di cosa succede, mentre all’esterno tutto sembra normale.